Autore: Ezia Bovo
Anno di pubblicazione: 2021
 
Davamo per scontato che ogni anno sarebbe arrivato il tempo del nostro Carnevale; che da noi l’Epifania tutte le feste NON se le porta via;  che una sera dalle Murasse avremmo incominciato a sentire gli echi di squilli e rulli delle prove di araldi e tamburi. Pensavamo che ogni anno a metà dicembre avremmo iniziato a chiederci chi sarebbe stata la Catherine e che, poche settimane dopo avremmo salutato una persona in paese con un “Vive” anziché  un buongiorno, scommettendo sul colore dell’abito che avrebbe indossato.
Erano 72 anni che andava così ...ci eravamo radicati nelle nostre certezze. Per noi i giorni del Carnevale sono giornate di spensieratezza, leggerezza, allegria, amicizia, passione, interesse, partecipazione...
Poi è arrivato il Covid-19, l’edizione del 2020 l’abbiamo finita fra patemi, dubbi, incertezze, paure. Dai giorni successivi l’imposizione del lockdown ci aveva poi costretti a vivere in un clima surreale, e in paese le bandiere sventolanti sono state l’unica cosa a muoversi in quei mesi.
Già, le bandiere che allora non c’era stato il tempo di togliere e che in questa edizione di NON Carnevale hanno nuovamente sventolato ricordandoci che ne sarebbe stato il tempo.
Noi verreziesi siamo così, a volte disuniti, critici, in disaccordo, ma Carnevale è Carnevale e guai a chi ce lo tocca.
Questa pubblicazione nasce per l’anno che il Carnevale NON lo ha avuto. Le immagini proposte vogliono essere un omaggio alle 72 edizioni vissute, non solo dunque immagini delle coppia dei protagonisti, ma anche di araldi, tamburi, coppie del seguito, cavalieri, portabandiere ecc. Insomma, volti di tanti verreziesi e di “verreziesi per i quattro magici giorni”, in costume o in abito da sera. Scatti in posa o spontanei di singoli, di gruppi, di coppie con espressioni fiere, allegre, smorfie,  ma tutti partecipi di questa meravigliosa macchina inventata e messa in moto nel 1949 e per la prima volta nel 2021 arrestata, ma solo temporaneamente, perché ripartirà ...prima o poi ma ripartirà.
Intanto il desiderio per questo lavoro sarebbe quello di richiamare ricordi che facciano affiorare sorrisi nell’evocare emozioni vissute.
Vive Introd et Madame de Challant, Vive, vive, vive.

Tout est et n’est rien
perché a Verrès il Carnevale è una cosa seria.